Umana Solidarietà
Due settimane fa ho parlato con sdegno dell’Olocausto, ricordando le immani perdite umane che ha causato e questa settimana ho ricordato con il medesimo disappunto e la medesima vergogna le vittime delle Foibe perché sono fermamente convinto che le tragedie sono tali a prescindere dai “colori” di chi le perpetra e di chi le subisce.
La politica si dimena quotidianamente su problemi di natura economica, sulla riforma elettorale, sulle alleanze politiche e su Decreti vari ma non sufficientemente e ne faccio mea culpa, sulle tragedie che uccidono migliaia di uomini in ogni parte del mondo e purtroppo da sempre.
Proprio le due giornate summenzionate, in ricordo dell’Olocausto e delle Foibe, così vicine nelle ricorrenze e così uguali nelle nefandezze che accomunano queste due tragedie, mi hanno fatto meditare a lungo su quanto siamo presi, da esseri umani e da politici, da fatti e situazioni di innegabile importanza ma senz’altro lontani anni luce da quello spirito evangelico che dovrebbe indurci a pensare più compiutamente e realisticamente a come evitare tragedie umane che una volta si consumavano dietro le vesti di guerre e che oggi vengono provocate, sempre più frequentemente, non solo da conflitti armati ma anche dalle fughe di migliaia e migliaia di immigrati da terre lontane e povere.
Ed ecco il punto cruciale, siamo pronti a condannare le atrocità che hanno portato alle morti dell’Olocausto e delle Foibe, delle Guerre mondiali, delle carestie, ma condanniamo o meglio qualcuno condanna, sempre più aspramente ed aizzando folle, lo sbarco di immigrati nel nostro Paese.
Trovo disdicevole e fuori da ogni comprensione cristiana, il poter ritenere di non accogliere persone che fuggono da dittature, da carestie, da situazioni invivibili e che avvolgono in un plaid caldo i loro piccoli o i loro vecchi per garantirgli un futuro migliore e comunque lontano dalle orripilanti situazioni che vivono nelle loro terre.
Terre che evidentemente non abbandonerebbero se non fossero fucine di morte assicurata eppure c’è chi tenta di far passare il messaggio che questi poveri disgraziati – sì, ho scritto proprio poveri e disgraziati per le condizioni in cui sono costretti a vivere – portano malattie, tolgono lavoro agli italiani e vengono nel nostro Paese a delinquere.
Sono convinto che ogni legge ed ogni riforma è migliorabile; ogni cosa è migliorabile, quando rileggerò queste poche righe sono certo che penserò che avrei potuto scriverle in modo diverso, quando si finisce di ristrutturare una casa ci si rende conto che forse bisognava mettere due prese di corrente in più ed abbattere un muro, quando si punisce un figlio si realizza che forse si è stati troppo severi o forse lo si è stati tropo poco. Figuriamoci se nella promulgazione di una legge, nella presentazione di una interrogazione parlamentare o nella stesura di un emendamento dove vanno messe d’accordo varie anime con idee e valori politici diversi, non ci sono cose perfettibili e migliorabili.
E’ sbagliato ritenere gli stranieri che sbarcano nelle nostre rive in cerca di umana solidarietà non meritevoli di aiuto.
Io non faccio differenze tra gli esseri umani, assolvo il mio mandato onestamente e con senso di responsabilità per aiutare nei limiti del possibile ed in forza delle mie convinzioni politiche il mio Paese, per tentare di farlo rinascere economicamente, per tentare di garantirgli un futuro migliore, per tentare di far crescere i suoi figli, che sono anche i miei figli, in un contesto sociale sicuro ma ciò non significa e non può e non deve significare, per la fede che ho e per i valori etici ed umani che albergano in me, che io disprezzi chi non è nato nella mia terra o cerchi di aizzarlo per meri ritorni elettorali alle folle come si trattasse di criminali che cercano l’Italia come terra di conquista piuttosto che come terra di salvezza. Ripeto, tutto si può sempre migliorare nella vita, con il dialogo, con il rispetto e con il confronto ma per parlare con me e con la forza politica alla quale sono fiero di appartenere bisogna discutere senza pregiudizi o sentimenti di odio.
NOI amiamo il verde accompagnato al bianco e al rosso e … non isolato!
da “Il Quotidiario” n. 004-2015