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Salvatore Girone potrà rientrare in ‪#‎Italia‬ in attesa della conclusione del procedimento arbitrale. Finalmente la notizia che aspettavamo.

A Massimiliano e Salvatore vanno gli auguri di tutti noi, con la speranza che Salvatore possa abbracciare al più presto i suoi cari.

Esprimo la mia soddisfazione per l’accoglimento da parte della Corte Suprema Indiana del ricorso all’arbitrato Internazionale per dirimere la vicenda dei due Fucilieri di ‪#‎Marina‬ e per la proroga concessa a Massimiliano Latorre di restare in ‪#‎Italia‬ per ulteriori sei mesi.

Il Governo ha dovuto trattare la delicata vicenda con le pinze e di fronte ad una situazione statica che perdurava ormai da troppo tempo non poteva che muoversi nella direzione più volte auspicata a livello bipartisan.

ROMA, 22 DICEMBRE 2014 – Questa mattina, al Comando Operativo di vertice Interforze (COI), insieme al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano e al Sottosegretario di Stato alla Difesa, On. Domenico Rossi per il tradizionale messaggio di auguri ai militari italiani impegnati nelle diverse missioni all’estero. Ci siamo collegati in videoconferenza con il Ministro della Difesa, Sen. Roberta Pinotti che si trova in Afghanistan.

In collegamento dalla Stazione Spaziale Internazionale, abbiamo salutato il Capitano dell’Aeronautica Militare, Samantha Cristoforetti, che il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha voluto ringraziare per la straordinaria missione spaziale, chiarendo che la partecipazione dell’astronauta Cristoforetti, prima donna italiana nello spazio, darà un incentivo a comprendere quanto sia importante impegnarsi nella tecnologia e nella ricerca spaziale.

Il Presidente Napolitano ha sottolineato l’eccellenza degli sforzi italiani nel campo della scienza e della tecnica, valore che forse in Italia ancora non si comprende fino in fondo.

Successivamente ci siamo collegati con i Comandanti delle missioni ISAF in Afghanistan, UNIFIL in Libano, Kosovo Force da Pristina, operazione di sorveglianza e sicurezza marittima nel Mediterraneo Centrale (Nave Etna), con i militari della Missione Italiana in Libia (MIL) da Tripoli, dell’operazione di contrasto alla pirateria “Atalanta” svolta nell’Oceano Indiano (Nave Doria), della Task Force Air da Al Bateen (Emirati Arabi), della Base Militare nazionale di supporto di Gibuti, di EUTM Somalia, Eufor Repubblica Centrafricana da Bangui e della Task Force Air da Kuwait City.

Inoltre, durante il collegamento con l’Ambasciata Italiana in India per salutare Salvatore Girone, il Presidente della Repubblica si è mostrato molto colpito dalla serenità palesata dai due marò e dalle loro famiglie e ha spiegato che ha in programma per domani mattina un colloquio con il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, per avere notizie aggiornate sulla situazione.

È stata anche l’occasione per tracciare, insieme al Capo di Stato Maggiore della Difesa, Ammiraglio Luigi Binelli Mantelli e ai Vertici delle Forze Armate, un bilancio dell’impegno complessivo dell’Italia nelle Missioni Internazionali, alle quali partecipano circa 4.400 militari, impegnati in 30 Paesi e 35 missioni.

Il Presidente Napolitano si è commosso in quello che lui stesso ha definito il suo ultimo saluto da presidente della Repubblica ai militari. “Oggi – ha detto – é la mia ultima occasione per dire che non c’é nessuna struttura dello Stato che ha saputo trasformarsi come le Forze Armate”. Ho sempre detto fin dall’inizio – ha ricordato Napolitano – che il Capo dello Stato doveva prendere sul serio i due specifici mandati che la Costituzione gli affida: la Presidenza del Csm e quella del Consiglio Supremo di Difesa, che sono strutture portanti dello stato di diritto ed io – ha aggiunto – con le Forze Armate l’ho fatto con il cervello e con il cuore”.

Non entro nel merito delle vicende giudiziarie perché compete alla magistratura appurare ogni profilo di responsabilità e perché c’è un giovane che ha perso la vita, ma non mettiamo alla gogna i Carabinieri che rappresentano lo Stato e che difendono lo Stato spesso in condizioni da trincea come accade in alcune zone di Napoli e in altre sparse qua e la per l’italia.

Non oso immaginare il dolore di una madre per la perdita di un figlio, ma se si vuole chiedere Giustizia non è con il disordine pubblico che la si ottiene, se è accaduto quello che è accaduto, la responsabilità è anche di chi non accetta le regole e crede che tutto sia consentito.

Ora occorre ristabilire la calma perché le indagini possano essere approfondite: il clima che si respira adesso non aiuta nessuno.

La pattuglia di militari era in servizio a quell’ora per puro senso del dovere visto che il turno era terminato molto prima. I Carabinieri erano sulle tracce di un ricercato e hanno proseguito nel loro lavoro per puro spirito di servizio. Quello che è accaduto è assurdo, una vita spezzata, un’altra rovinata, ora  tutti cercano di chi è la colpa, tutti pronti a giudicare e a schierarsi per l’uno o per l’altro: lasciamo lavorare i magistrati che accerteranno le responsabilità.

Chi ha sbagliato pagherà, ma commettere un errore in determinate situazioni, non equivale a essere bollati come criminali: tutti sbagliamo e tutti paghiamo per i nostri sbagli prima o dopo, ma non possiamo prendercela con lo Stato quando a volte ostacoliamo lo Stato.

In molti quartieri ci sono connivenze, si preferisce coprire il malaffare che aiutare le Forze dell’Ordine. Penso a tutti quegli inseguimenti in cui i criminali vengono aiutati a fuggire: quando vengono meno le regole, questi sono risultati.

Chi porta una divisa ha più oneri che onori: fa il suo lavoro, spesso con enorme sacrificio. Latorre e Girone erano in servizio quando hanno sparato per difendere la Enrica Lexie e da oltre due anni stanno pagando in India prima ancora di un regolare processo, prima ancora di capire se realmente abbiano sbagliato o no. Anche il militare che ha sparato a Napoli era in servizio, le indagini sono solo all’inizio, ma non mettiamo alla gogna chi ha fatto un errore: se ha sbagliato pagherà, ma uccidere un uomo è pur sempre una condanna a vita.

Fonte: Il Velino – 8 settembre 2014

Roma. #2giugno. Festa della Repubblica. Cerimonia emozionante che rinnova il senso di appartenenza ad un Paese con una grande storia.
Il passaggio delle #freccetricolore, orgoglio italiano nel mondo, ha chiuso la Rivista.

Mi ritengo soddisfatto per l’accoglimento da parte della Corte Suprema indiana del ricorso presentato dalla difesa dei due Marò contro l’utilizzo della polizia Nia antiterrorismo. Si tratta di un primo importante passo che testimonia inequivocabilmente come i due Marò fossero in servizio quali organi dello Stato e stessero svolgendo attività di antipirateria. La strada è ancora in salita, troppi e penosi gli alti e bassi che hanno contornato questa vicenda, che mi auguro si possa risolvere nel più breve tempo possibile: noi puntiamo all’internazionalizzazione. A Latorre, Girone e ai loro cari il mio invito a non mollare e a tenere duro, tutti insieme ce la faremo.

Intervista a Il Velino – 28 febbraio 2014

Vicenda marò

Sono felice in particolare per un motivo: potrò continuare a occuparmi dei Marò. A Massimiliano Latorre e Salvatore Girone è andato il primo pensiero quando ho saputo di essere stato riconfermato.

Valorizzazione degli immobili militari

Come Sottosegretario alla Difesa continuerò il lavoro iniziato ad aprile dell’anno scorso: valorizzare gli immobili militari in Campania.

Rapporto con il neo-ministro alla Difesa, Sen. Roberta Pinotti

Sono felice che ci sia continuità, in questi settori delicati è molto importante. Con Pinotti il rapporto è sempre stato diretto e franco, di profonda collaborazione, continueremo così, lei sa di poter contare su si me.

Terra dei Fuochi

I militari sul territorio campano non dovranno occuparsi del disastro ambientale provocato dalla camorra ma dovranno dare un senso di sicurezza.

La Campania

La Campania non può e non deve più essere considerata una regione di serie B, ecco perché sono pronto a continuare il lavoro iniziato con le grandi,  le medie e piccole industrie del settore aerospaziale perché la loro crescita significa sviluppo e valorizzazione delle eccellenze del territorio.

Riportiamo a casa i marò.

Cabiate non si è limitata a dirlo, ma lo ha messo per iscritto nella mozione approvata all’unanimità dal consiglio comunale che ha discusso il documento proposto dal gruppo di maggioranza con l’onorevole Gioacchino Alfano, sottosegretario di Stato alla Difesa uscente.
L’incontro ha avuto il pregio di avere da una fonte che ha seguito direttamente l’intera vicenda, un quadro più ampio e completo di quanto successo in India.

«Le prove per condannare i nostri militari non ci sono – ha detto chiaramente Alfano -, ma paradossalmente la questione non si limita a questo».

L’onorevole, infatti, ha invitato l’assemblea a guardare l’assurda vicenda che si trascina da oltre due anni in un’ottica più ampia:
«L’Italia – ha spiegato – svolge in tutto il mondo interventi per garantire la pace e la libertà di altissimo livello: un esempio è l’impegno profuso nel Mediterraneo, ma queste azioni, come in India, a qualcuno danno molto fastidio».

Il dubbio, infatti, è la vicenda dei marò sia condizionata anche da poteri non trasparenti: «È come la Terra dei Fuochi – ha aggiunto - sono campano e sono sicuro che senza alcune commistioni, non avrebbe potuto verificarsi l’avvelenamento che c’è stato».

Alfano ha decisamente apprezzato l’iniziativa di Cabiate:
«É importante che i consigli comunali si facciano sentire: sulla vicenda dei marò, il Paese ha risposto in maniera unita e compatta e questa è l’Italia che ci piace».
Tanto che il sottosegretario ha auspicato che «dalle mozioni che alcuni Comuni stanno approvando, si possa riuscire a organizzare una delegazione di sindaci diretta in India non solo per testimoniare la nostra solidarietà e vicinanza ai due marò, ma anche per sensibilizzare le comunità indiane a riflettere sulla vicenda».
Perché questa esperienza «ha rafforzato la convinzione – ha concluso Alfano – che nessun Paese al mondo debba essere abbandonato o lasciato indietro nel cammino verso la sicurezza, la libertà e la democrazia».

Parole apprezzate e più volte sottolineate dagli applausi dei consiglieri comunali: «Cabiate – ha assicurato il sindaco Maurizio Brenna – si farà promotore nei Comuni limitrofi per la diffusione di questa mozione. Sarebbe una piccola testimonianza di come a volte le istituzioni, che spesso si mostrano lacerate, davanti a situazioni importanti come queste riescono a mostrare compattezza e unione».

Brenna ha infine ringraziato Alfano «perché abbiamo capito anche quanto umanamente sia stato coinvolto».


Fonte: La Provincia – il quotidiano di Como on line – del 23 febbraio 2014

Il caso internazionale di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone sta mettendo in pericolo l’intero sistema delle missioni internazionali di pace. Lo spiega il sottosegretario di Stato alla Difesa Gioacchino Alfano: è necessario che i marò tornino presto in Italia con onore, per permettere ai militari di continuare ad operare per la pace.

Sottosegretario Gioacchino Alfano, qual è l’impegno della Difesa, in questo momento?

«Oltre a rendere ottimale la situazione dei marò lì, dove si trovano, ora il nostro impegno è rivolto al fatto che si sblocchi la situazione giudiziaria in India, perché i marò tornino presto in Italia».

In che tempi?

«Credo che parliamo di mesi. È anche importante che oggi il Parlamento abbia ospitato Vania Ardito e Paola Moschetti, le mogli dei due marò, persone forti, eccezionali, due Mogli di militari con la «M» maiuscola. Ma a parte l’impegno con le famiglie, per la sofferenza che sta comportando questa situazione, dobbiamo dare un significato alla nostra attività in quella zona del mondo, dove i militari operano contro la pirateria».

Ha funzionato?

«Ha cominciato a funzionare, infatti i pirati sono diminuiti. È importante proseguire in questa opera, proprio per questo o si risolve la situazione in India o noi non saremo più in grado di continuare questa nostra attività. Noi non minacciamo di interrompere la missioni internazionali di pace, ma se non rimandano in Italia i nostro marò si creerà un precedente e non saremo più in grado di continuare».

Sarebbe grave?

«I militari sulle navi sono fondamentali, non solo perché, in ultimo, debbano sparare, ma piuttosto perché debbono mettere in opera tutta un’attività di intelligence per permettere a quelle navi di navigare in acque sicure: per il bene di tutti, per la pace, per gli scambi commerciali».

Che sta accadendo?

«È ovvio che questo episodio che l’India sta valutando in modo sbagliato mette in discussione le attività internazionali tese alla sicurezza e alla pace. Operazioni importanti, preparate con perizia e professionalità. Lo riconoscono tutti. Ci sono stati dei parlamentari che hanno criticato le missioni internazionali. Ma ogni qual volta si è andato ad approfondire ogni singolo caso, loro stessi si sono trovati in accordo con noi».

Servono ulteriori norme internazionali?

«Prima di tutto i nostri militari vanno riportati, subito, in Italia e con onore. Poi, se vogliamo organizzare meglio quelle norme si potrà fare. Ma non dando l’impressione agli indiani che vogliamo rimediare così a un nostro errore».

Intervista rilasciata a “Il tempo” del 20 febbraio 2014

Marò, li andremo a riprendere. La vicenda dei marò è una sofferenza quotidiana. Sia la Casa Bianca che gli altri Paesi europei condividono le nostre rivendicazioni verso l’India.
Li andremo a riprendere e li riporteremo in Italia.